Global Spirit tour, il sound “Depeche” con prevalenza rock che ha emozionato lo stadio.

La mia recensione del GLOBAL SPIRIT tour dei Depeche Mode - Stadio Dall'Ara - 29 giugno 2017 Alcune premesse sono doverose: queste sono solo le mie impressioni. Ci sono recensioni stellate su decine di riviste cartacee e on line a vostra disposizione. Altra premessa: non posso definirmi proprio...

La mia recensione del GLOBAL SPIRIT tour dei Depeche Mode – Stadio Dall’Ara – 29 giugno 2017
Alcune premesse sono doverose: queste sono solo le mie impressioni. Ci sono recensioni stellate su decine di riviste cartacee e on line a vostra disposizione.
Altra premessa: non posso definirmi proprio una fan dei Depeche… infatti era la prima volta che li vedevo dal vivo. L’anno scorso non sono potuta andare, ma quest’anno non potevo farmeli scappare. Diciamo che in una ipotetica “parabola rock” la mia lancetta di gradimento è spostata più verso un sound tipo U2, per stare negli anni 80, o David Bowie. E la electronic music è entrata a far parte dei miei gusti musicali solo recentemente, nonostante io abbia vissuto gli anni 80.
Fatte le premesse, veniamo al concerto di giovedì sera.
Intanto complimenti ai fonici perchè si sentiva non bene, benissimo! Una potenza e una definizione di suono eccezionali, almeno nel mio settore, tribuna numerata coperta Argento B.
Il concerto è iniziato con precisione alle 21:02…con buona pace di quelli che erano ancora fuori in fila ai tornelli per i controlli degli zaini ecc…ed erano tanti.
La cosa che mi ha colpito subito è stata l’impronta decisamente rock del concerto, pur in presenza di campionamenti elettronici e del sound Depeche. Più rock che elettronica, quindi. Un suono potente, grosso, rotondo , ma nello stesso tempo cool. Non me l’aspettavo così. Una batteria colpita a dovere, come rock comanda. Dietro alla band, tre schermi giganti con immagini del live, soprattutto di Dave e del suo flessuoso corpo in movimento, nei minimi particolari, ma anche video e grafica di animazione. Avevo letto da qualche parte che per la band erano più indicati i palasport. Posso smentire del tutto questa affermazione. Sarà che i fans di Bologna erano un tutt’uno col palco, tanto da far sembrare piccolo l’enorme stadio per l’unità di menti e cuori protesi verso Dave. Altra cosa: la voce di Dave. Un animale da palcoscenico. Una voce fantastica, un timbro favoloso, intonazione, grinta…tutto! Ma anche Gore, non scherzava! L’altra metà dei Depeche, essenziale. Nei brani lenti, voce e chitarra, voce e piano è stato protagonista incontrastato.

Tornando al nostro Dave ripeto che è proprio un leader carismatico come ce ne sono pochi ormai. Quando correva e si metteva all’estremità della passerella che lo portava proprio nel bel mezzo della folla dei fedelissimi che stavano sul prato e poi, fermo a gambe larghe, allargava le braccia, sembrava attirare e raccogliere in sè tutta l’onda adrenalinica dell’intero stadio, come un parafulmine ! Un’emozione che noi comuni mortali non potremo mai provare…perchè eravamo veramente tanti ieri sera…(30.000? 40.000?). La prima parte della scaletta, confesso, non mi ha coinvolto più di tanto perché, da non esperta, non conoscevo assolutamente né i pezzi dell’ultimo disco né altri meno conosciuti, ma apprezzatissimi dallo zoccolo duro del prato. Poi da “WRONG” in poi. (gran pezzo) e quando sono arrivati i brani vecchi…mi sono veramente divertita tantissimo.

Insomma, c’è un motivo se dopo 30 anni questi signori sono in grado di fare un concerto di questo livello, qui non si vende fumo, qui c’è veramente una personalità musicale originale, c’è un pezzo di storia della musica, che può piacere molto o così così, ma sicuramente è un pezzo fondamentale.
E quindi, con la voce magnifica di Dave, la sua enorme presenza scenica, la potenza della band, il suono pulito e potente e le hit più famose, mi sono coinvolta anche io, pur senza conoscere bene i testi e pur non essendo stata, ai tempi, una loro vera fan.

Devo dire che PERSONAL JESUS, il pezzo finale del concerto, valeva da sola i 100 euro del biglietto per l’emozione che mi ha trasmesso. Mille volte più bella dal vivo che registrata. E’ stato un momento topico. E’ stato come celebrare un’epoca che non tornerà più, perchè chi fa musica adesso non potrà mai fare QUEL tipo di musica. E’ impossibile geneticamente. Lo dico io, che non amo andare ai concerti delle vecchie glorie, mai! never! Ma i Depeche sono vivi, attuali e fantastici ADESSO! Non sono l’ombra di sè stessi. Sono i DEPECHE MODE di adesso, una grande band! E , ieri sera, una grande rock band! ADESSO! E sono grandi ora, non il pallido ricordo di quello che sono stati. E pochi se lo possono permettere, diciamolo! Il tributo a David Bowie, con “HEROES”, è stato molto bello.. Cantata benissimo da Dave! Forse Dave è proprio colui che meglio di tutti, vocalmente, può interpretare una cover di Bowie senza temere il confronto, anche se in quel momento, lo confesso, non ho potuto fare a meno di pensare che “HEROES” metteva in penombra l’80% della produzione depechiana..ma vabbè. Questi sono pensieri miei. Insomma. Chi l’ha perso ieri non lo perda il 13 dicembre! Alla fine il “GRAZIE” della band sui tre megaschermi ai fans bolognesi, protagonisti anch’essi della serata, sembrava proprio sincero! Annotazioni finali per i mega concerti al Dall’Ara: anche se avete il biglietto numerato e pensate di poter fare i fighi e arrivare tipo alle otto….ecco, vi comunico che non è più così. Scordatevelo. O siete al DALL’ARA alle 18 oppure rischiate di perdervi le prime quattro canzoni della scaletta, fra controlli e pippe varie. Io mi ero pure seduta nel settore sbagliato per colpa delle errate indicazioni delle hostess. Non vi dico quando sono arrivate (in ritardo di mezz’ora per via dei suddetti controlli) le legittime proprietarie dei posti!!! Non mi era mai capitato di fare una figura così! Io, una veterana dei concerti! Immaginate cosa ho pensato…(invettive terribili). Meno male che durante il trasloco facevano le canzoni meno famose…e che durante le hit ero nel mio posticino vero, dove ho ballato come se non ci fosse un domani in barba al mal di schiena. VIVA I DEPECHE MODE!

Giovanna Lombardo